Il primo mese dell’anno è trascorso all’insegna del “meno”.
Un affaccendarsi grigio, monotono, vuoto: commissioni, faccende domestiche, mansioni lavorative ormai stra-note.
Molto dovere e poco piacere, ed è chiaro che quel “meno” riguarda la vita, il senso di pienezza e soddisfazione che dovrei provare.
Ma è proprio giusto pensare che questo vuoto sia qualcosa di negativo? Che il fallimento sia qualcosa di inaccettabile? O non è forse la necessaria premessa a qualcosa di nuovo, di diverso?
È che la vita è un po’ ‘na merda.
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Lo penso anch’io, in fondo, eppure voglio sforzarmi di credere che non sia così…
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